Il legame tra ambiente ed espressione genica ha influenzato molti aspetti della salute e della società moderna, determinando la nascita di una nuova branca delle scienze “omiche”, chiamata nutrigenomica, con l’obiettivo di identificare interventi nutrizionali che consentano al medico di realizzare protocolli alimentari personalizzati per prevenire la comparsa di patologie e mantenere uno stato di salute ottimale. Durante la gravidanza, le modifiche dell’ambiente metabolico intrauterino e postnatale precoce hanno una grande rilevanza sul rischio di sviluppo di malattie a lungo termine. Sono ancora da chiarire i meccanismi molecolari attraverso i quali l’esposizione ad un ambiente intrauterino sfavorevole si traduca nello sviluppo di complicanze nella vita adulta. Prima del concepimento, durante la fecondazione, la gestazione e nei primi anni di vita, l’organismo è particolarmente sensibile ai numerosi stimoli legati all’ambiente e allo stile di vita che  sono in grado di modificare la suscettibilità alle malattie nel corso della vita. Fattori quali lo stile di vita, l’obesità materna e l’esposizione ad un ambiente intrauterino sfavorevole, presenti nel diabete gestazionale, possono modificare lo stato epigenetico delle cellule, accendendo o spegnendo geni target in uno specifico momento della vita cellulare senza modificare la sequenza genica. Vari nutrienti e ormoni contribuiscono a modificare il metabolismo cellulare. Uno stile di vita basato sulla Dieta Mediterranea è in grado di proteggere dal rischio di sviluppare patologie cronico-degenerative. Al contrario, numerosi studi hanno dimostrato come uno stile di vita materno non salutare sia in grado di indurre cambiamenti epigenetici con conseguenze per la prole. Pertanto, la comprensione delle modifiche epigenetiche che si verificano durante la gravidanza rappresenta un campo di grande interesse per lo studio dell’interazione tra i fattori ambientali e la programmazione metabolica fetale.